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Pagina 43 - Abolizione tassa sulla casa e canone TV in bolletta







L’abolizione della tassa della prima abitazione? mmhhh…

La casa è un argomento troppo importante per essere eliminato dall’agenda di qualsiasi governo. Esattamente come le pensioni. Tassazione della casa e  sistema pensionistico sono e saranno perennemente “in manutenzione”.

Non è semplice mettere in piedi una valutazione “sensatamente” omogenea degli immobili in Italia per poi applicarvi una qualche imposta. La differenza di prezzo si compendia in una massa tale di caratteri ed ed attese che non è facile ridurre a delle tabelle.
Una cosa è certa: quelle tabelle dovrebbero essere pubbliche.
Il che suscita già un sacco di problemi.
In attesa quindi che si faccia questa benedetta o maledetta attualizzazione del catasto, non ha senso ne l’azzeramento del tutto dell’imposta sulla prima casa e ne ha ancora meno applicare l’imposta in base al reddito del proprietario.
Cominciamo dal secondo: pagare in base al reddito.
Una persona handicappata che ha la sola pensione sociale ha ereditato una villa dai genitori benestanti. In questo caso dovrebbe pagare una tassa altissima a meno che  non decida di vendere tutto. Costringere un povero a vendere casa? Mi pare un’idea da galera.

Un professionista affermato con un reddito altissimo vive in un monolocale Classe Z perché se la spassa in gran parte dei casi per alberghi penta stellati. Dovrebbe pagare una tassa altissima quando, a bene vedere. Il suo tenore di vita abitativo crea una bella fetta di PIL su cui paga le tasse (si spera…).
Passiamo al primo: esenzione del tutto per tutti.
Non c’è bisogno di spiegarne l’assurdità con qualche esempio.
Molto modestamente, in attesa che la politica si decida ad attualizzare il catasto, una soluzione sensata può stare nel decidere che fino a X metri quadri di abitazione per ciascuno del nucleo famigliare non si paga nulla. Poi man mano che crescono i  metri quadri a disposizione, il giardino  e gli accessori, si applica un’imposta crescente identica dal Brennero a Lampedusa.
Lateralmente si introduce anche la vecchia INVIM (quando si vende o va in eredità) con deduzione delle imposte pagate senza rivalutazione.
In questo modo la giovane coppia nel bilocale potrà essere del tutto esente mentre la coppia di pensionati settantenni dentro l’appartamento anni ’60 da 125 mq (allora erano uno standard abitativo abbastanza tipico … ) sarà stimolata o ad affittare oppure a vendere e cercare un bilocale. Cioè si crea un movimento accentuato  nel mercato o si stimola  la ristrutturazione dei vecchi immobili (creando così occasioni di lavoro) senza  costringere nessuno ad uscire dalla propria casa originaria.
Dubitiamo però della voglia di sensatezza sia della maggioranza che delle minoranze: quelle dentro e quelle fori dal PD. La casa è un argomento troppo importante per essere eliminato dall’agenda di qualsiasi governo. Esattamente come le pensioni. Tassazione della casa e  sistema pensionistico sono e saranno perennemente “in manutenzione”.

























Una scuola in Afganistan: mai vista in TV....


Il canone tv in 461 bollette elettriche ? . mmhhh…

Doppio fuoco di sbarramento da parte degli evasori e delle aziende elettriche. I primi perché capiscono di essere arrivati al capolinea. I secondi perché mettono avanti le mani in quanto vogliono soldi per il servizio. Invece  ben venga il canone TV nella bollette energetica elettrica.

Sarebbero 461 le aziende elettriche che vendono elettricità in Italia e quindi “bollettano” i consumi agli utenti. Chiunque ci metta parecchio impegno nel leggersi la bolletta enel per carpirne i segreti, scoprirà che il costo dell’energia elettrica è molto basso mentre tutto il resto è spaventoso. Nella nostra siamo a 9c e 38c finali per kwh. Stato (imposte) ed enel (distribuzione) sono i veri fortunati. Oltracciò le aziende che davvero producono distribuiscono e vendono energia elettrica da sole pensiamo non superano la decina ad avere in mani il 90% del mercato nazionale.
Quindi in questa condizione parlare di concorrenza nel prezzo dell’energia elettrica è come tirarsi palle di neve a ferragosto.
Fatta questa premessa dal prossimo anno avremo 8,3 euro in più ogni mese per pagare il canone di abbonamento RAI. Poi pagheremo sui pelati (un prodotto di consumo preso a caso: ma sono centomila) sia la tangente per la pubblicità in RAI che sulle reti private.
Doppio fuoco di sbarramento da parte degli evasori e delle aziende elettriche. I primi perché capiscono di essere arrivati al capolinea. I secondi perché mettono avanti le mani in quanto vogliono soldi per il servizio.
A gennaio 2015 la direttora dell’agenzia delle Entrate, è stata sentita dalla Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria. Dalla riunione è emerso che l’evasione media nazionale del canone Rai sarebbe intorno al 25%, e toglierebbe alle casse pubbliche circa 450 milioni l’anno. I numeri diffusi dall’Associazione contribuenti sono decisamente più alti. Dicono che a fine 2013 il 47% delle famiglie risultava non aver pagato. Lo stesso avrebbe fatto il 96% delle imprese. Dati in crescita rispetto a quelli comunicati dall’associazione su fine 2012 (quando erano attestati rispettivamente al 44 e al 95%), e soprattutto rispetto a quelli sul 2005, che parlano del 22% di famiglie “illegali”.


Le cifre escono da un’analisi del Centro studi e ricerche sociologiche “Antonella Di Benedetto” di Krls Network of Business Ethics. Ogni anno la Rai perderebbe circa un miliardo e 850 milioni: 550 milioni non versati dalle famiglie, un miliardo e 300 rimasti in tasca alle aziende. «In Italia esistono due canoni – dice Vittorio Carlomagno, presidente dell’Associazione contribuenti - . Il primo è quello ordinario, dovuto dalle famiglie. Il secondo è quello speciale, dovuto da imprese, lavoratori autonomi, enti pubblici e privati, che si paga anche per il possesso di computer, monitor e altri apparecchi multimediali».
In Bergamasca siamo messi malaccio:
anche perché la tesi per cui nei territori di montagna sarebbe difficile o impossibile ricevere il segnale TV, è ormai una favola che non regge. Basta una parabola e si vedono quasi mille canali gratis. Con un canone (ai privati) si va in paradiso.
Nel 2013 le entrate dei canali RAI ammontano a 1.756 milioni per il canone, 682 milioni dagli spot e 291 milioni dalle atitvità commerciali.
Col “canone in bolletta” pur scendendo da 113,5 euro ai 100 previsti-stabiliti dal Governo il ricavo della RAI coi canoni salirebbe da 1,756 miliardi a 2,2 miliardi
Nel 2009  il totale dei ricavi delle 358 società TV private è stato di euro 593 milioni di cui euro 447 milioni provenienti dalla pubblicità, euro 139 milioni provenienti da altre attività e contributi statali e, euro 5,6 milioni di proventi finanziari. I relativi costi ammontano a 655milioni di euro.
Però abbiamo la soddisfazione che la RAI è di tutti gli Italiani.
Il che è vero, anche se noi lo scriviamo ironicamente.
Detto questo …. ben venga il canone TV nella bollette energetica elettrica.
Ad alcune condizioni.
La prima è che il CdA della RAI sia eletto per almeno il 60% dagli utenti.
La seconda che il Parlamento nomini con almeno la stessa modalità della elezione del presidente della repubblica il restante 40%.




























Anche questa cerimonia non ce la fanno vedere in TV


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