Giunta Arancione.
L’ambientalismo soft della carta patinata.
Il comune ha acquistato una Toyota Auris ibrida destinata ai
vigili urbani. La sindaco Serra ha presentato la vettura fasciata tricolore.
Circola anche una foto (taroccata ? ) dove la medesima –sempre fasciata
tricolore- collega l’alimentazione di una vettura alla colonnina di ricarica
piazzata nel parcheggio della piazza del municipio. Vi compare anche un
assessore con tanto di elegante maglietta col simbolo di superman e pochi altri
componenti la maggioranza. I soliti fessi ne hanno fatto una campagna
denigratoria sul proprio sozzo blog.
Primo acquirente politico di un veicolo ibrido è stato il
consigliere/delegato allo sport e poi è stata la volta del comune.
Da qualche parte abbiamo letto (non siamo riusciti a trovare
il link esatto della notizia) che gli enti locali possono acquistare i veicoli
per i vigili urbani mentre gli altri
veicoli vanno presi in affitto tipo pay per drive. Non abbiamo nemmeno
recuperato la determina per l’acquisto della Toyota Auris ma in certi tipi di
ricerche siamo schiappe. Speriamo che sia pay per drive altrimenti avremmo costi di tagliando e riparazioni da
brividi.
Sunteggiata la notizia, facciamo un ragionamento.
La nostra sindaco ama la visibilità eclatante, come altri
suoi colleghi che pure hanno acquistato l’ibrida.
Peccato che questo ambientalismo di carta patinata
significhi solo costi per i cittadini e
nessuna utilità concreta rispetto alla tutela ambientale.
La sindaco Serra e la sua compagine di governo farebbe
meglio a riflettere sulla sostanza delle cose. Una sostanza “sostanziosa” e di
costo modesto anziché queste sparate
mediatiche di basso rendimento “ecologico”.
L’esempio è bello e servito.
Visto che le vie Bergamo e Lecco sono di proprietà comunale,
basterebbe adottare quei pochi
provvedimenti (ordinanza e cartelli stradali) per ridurre di 5-10 minuti i
tempi di attraversamento dalla rotonda est della Esselunga al quadrifoglio con
la ex SS 470 Dir (la Dalmine-Almè) per dimezzare la CO2 e le polveri sottili
disperse nel tratto da gli oltre 10mila
veicoli che transitano giornalmente.
Nel 2010 la Provincia rilevava 28.000 veicoli sulla
Briantea, ma bisogna considerare che l’asse interurbano ne ha tolti in gran
parte: per questo facciamo questa stima ribassata.
I provvedimenti sono semplici (ed applicabili in due tempi):
1 – eliminazione del semaforo tra via Buelli e via Lecco con
possibilità del solo ingresso in via Buello e l’obbligo di svoltare solo a
destra in uscita. I pochissimi che debbono andare in via Dorotina passano per
la rotonda di Curno (200 veicoli al giorno?)
2 – eliminazione delle fermate del bus alle Crocette e
spostamento delle stesse in via Trento
davanti al negozio delle roulottes. I cittadini possono fare 100 mt a piedi
(oltretutto fa bene alla salute camminare…). “murare” ogni possibilità di
attraversare da Mozzo a Curno alle
Crocette .
3 – Realizzare in comunione con Mozzo una bretella (senso
unico in discesa) che collega via Mozzo alla via Lecco (quella a senso unico)
che corre parallela alla ex Briantea a sud della stessa in modo che si elimini
anche il semaforo tra via Mozzo e via Lecco in uscita da Mozzo.
Si vede quindi che in tema ambientale ci sono idee
differenti tra una linea che privilegia un ambientalismo da carta patinata che
si vende bene sui media e costa poco ma
sostanzialmente è una spesa senza
un sostanziale ritorno ed una linea che affronta di petto i problemi
alla luce dei contenuti forse meno
appariscenti (“vendere” le polveri sottili o la riduzione della CO2 come
problema rende meno politicamente che un
bel notiziario con la foto dell’ibrida e della colonnina di ricarica….).
Da mezzo secolo l’ambientalismo della sinistra curnese è
quello proprio della carta patinata da esibire sui volantini elettorali. Come
la boutade della riduzione del 20% delle volumetrie nel nuovo PGT … negli anni
della peggiore crisi edilizia della nazione italiana. Che è come ridurre i
calicini al soggetto stabilmente imbriago sperando di guarirlo dalla cirrosi.
Come i segmenti di mega piste ciclabile
che finiscono contro i muri o i fossi e in strada: fatene una compiuta
piuttosto che tanti pezzetti mai ragionevolmente finiti. Epperò i dieci segmenti di inutile
pista ciclabile sono meglio “vendibili politicamente ” agli ingenui anche se
costerebbero come la bretella in uscita da via Mozzo su via Bergamo.
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