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Pagina 33 - I NEET in Italia (e a Curno ?)

Quanti sono i NEET a Curno?
Non varrebbe la pena di fare un’indagine approfondita ?

Scrive Alessandro Rosina de LaRepubblica :
Poveri giovani. O almeno poveri quei due milioni e mezzo di individui, tra i 15 e i 29 anni, che non sono più a scuola e non sono nemmeno nel mondo del lavoro. Hanno coniato una sigla per indicarli, «Neet»: Not in Education, Employment or Training, e spiegare cosa fanno è semplice: niente. O meglio, mandano curriculum senza esito, e fanno passare le giornate. I numeri non sono precisi, ma un’idea di quanti siano c’è: 13 milioni e mezzo in Europa, un quarto dei giovani di questa fascia d’età da noi, il 26%. Hanno un’età compresa tra 15 e 29 anni. E pagano alla crisi, o all’incapacità del sistema educativo, lo scotto più alto: l’esclusione dal sistema sociale. In Europa sono aumentati dal 10,9% del 2007, al 12,4% del 2014. Dal 16,2% al 26% in Italia. Un primato, quello del nostro Paese, ottenuto con distacco: per essere classificati «very high rate» basta il 17%. La media Ue è del 15%. Solo la Grecia fa peggio di noi: 28%, mentre la Germania è all’8% e la Francia al 13.”

Sempre secondo Rosina la condizione di NEET deriverebbe
“Lo studio, realizzato con la cooperativa «La grande casa» e la rivista Animazione Sociale, mette per la prima volta in relazione la condizione dei «Neet» con il loro successo scolastico: buona parte dei ragazzi che non studiano e non lavorano hanno alle spalle un passato di dispersione scolastica. Hanno cioè abbandonato, interrotto, cambiato indirizzo, accumulato incidenti sul percorso dopo la scuola media. Sono degli «early school leavers». Obiettivo europeo era quello di ridurne il numero al 10%. Ma in Italia rappresentano il 15% (17,7% maschi, 12,2% femmine), mentre Germania, Francia e Regno Unito registrano quote più basse. Se poi si considerano le quote regionali, l’obiettivo è molto lontano in Sardegna, Sicilia e Campania, dove oltre il 20% dei ragazzi è fermo alla licenza media e non frequenta alcun corso di riqualificazione professionale.

(L’articolo prosegue dopo il box fotografico)



A Curno una marea di corsi
Aprendo il sito del comune  (il 10.10.2015) c’è anche uno Sportello Lavoro dove vengono pubblicate delle richieste di personale tratte dal sito:www.bergamo.bacheca.it ed aprendo la prima pagina si possono trovare queste due “divertenti” proposte (pare siano un inserto pubblicitario di Google).
Pensiamo sarebbe meglio che il Comune impiegasse le proprie risorse umane ed anche un po’ di denari per fare una ricerca mirata e assai approfondita sui NEET curnesi, se non altro per capire come articolare  eventuali proposte  ma soprattutto per comprendere le ragioni che hanno creato questi NEET “nostrani”.
Perché se le ragioni prime che creano i NEET sono perché  buona parte dei ragazzi che non studiano e non lavorano hanno alle spalle un passato di dispersione scolastica. Hanno cioè abbandonato, interrotto, cambiato indirizzo, accumulato incidenti sul percorso dopo la scuola media” forse ci sono da rivedere tutto un insieme di programmi spese progetti che finora il Comune ha perseguito.
Anche perché il comune per la scuola (intesa come insieme di strutture) e per il diritto allo studio investe cifre non indifferenti e quindi vale la pena di verificarne anche il risultato concreto, non solo affidarsi al solito italico stellone del “noi facciamo del nostro meglio, poi provvederà il buondio…”.



Segue da sopra il box fotografico

Ed aggiunge il MIUR che:
“I dati Miur sulle mancate reiscrizioni sono addirittura più drammatici: complessivamente, dalla prima media all’ultima classe di scuola superiore, si perdono il 30% dei ragazzi, che hanno abbandonato gli studi o sono inseriti in corsi che non danno accesso all’istruzione terziaria, pur avendo rispettato l’obbligo formativo.”
Fato questo quadro drammatico dei giovani fino a 29 anni, Rosina aggiunge che ai NEET andrebbero
poi aggiunti anche gli inattivi tra i 30 e i 34 anni dei quali il progetto Garanzia giovani non si occupa ma che rappresentano almeno un altro milione di persone”
E per calcare la mano precisa che:
“ gli Expat sono invece i giovani dinamici e intraprendenti, spesso con alto capitale umano, che hanno lasciato l'Italia per cercare qualche opportunità di ulteriore formazione o miglior lavoro all'estero. Secondo l'Istat nei soli ultimi cinque anni hanno lasciato l'Italia, formalizzando tale scelta con il trasferimento di residenza, quasi 100mila giovani tra i 15 e i 34 anni. Secondo l'Aire (Anagrafe degli italiani residenti all'estero) in tale fascia d'età i connazionali che risiedono in un altro Paese sono nel complesso oltre un milione”




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