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Pagina 37 - (Quasi) fatta la riforma costituzionale







Il Senato? era meglio abolirlo del tutto.
E ridurre pure il numero dei deputati.


Ce l’hanno fatta dopo non so più quanti lustri di (falsi) tentativi. Grillini, leghisti, residui forzisti se ne sono andati con una delle loro usuali messinscene per giustificarsi la prebenda mensile ma tutti contenti sotto sotto perché ciascuno spera di fregare tutti gli altri alle prossime elezioni. Se ne sono andati (l’altra stagione) pure Civati e Fassina, Vendola era già altrove. Adesso la conferenza stato regioni probabilmente traccerà la linea per una legge elettorale abbastanza omogenea per l’elezione dei nuovi senatori. E sarà una bella battaglia: tra governo, regioni, partiti tra di loro e dentro i partiti. Scusi lei  concorre per il seggio regionale o per il senato nazionale? Faccia spazio che io concorro per entrambi. Dicunt che i nuovi senatori saranno pagati dalle regioni originarie. Quanto non si sa ma – qui viene il bello- ci sarà un’altra battaglia sui compensi-rimborsi.
Insomma abbiamo già la trama per decine di talkshow nei prossimi mesi.


Noi modestamente siamo sempre stati del parere che:
- andassero abolite le Regioni e non le Provincie (le regioni sono sostanzialmente brutte copie del vecchio INAM visto che l’80% dei bilanci riguarda la sanità)
- il Senato fosse abolito del tutto.
- la Camera fosse formata da un componente ogni 100mila voti raccolti a livello nazionale da ciascuna lista. In questo modo se votano 45 milioni la Camera risulterà composta da 450 deputati. Teniamo conto che nel 2013 gli italiani aventi diritto di voto per la Camera dei Deputati erano 50 449 979 (26 088 170 donne e 24 361 809 uomini).
- obbligo di dichiarare prima le coalizioni.
- chi cambia casacca decade dal seggio di deputato.
- finanziamento pubblico ai partiti (1€ per voto ogni anno) con bilanci certificati.


Il pateracchio che ne è uscito  non è segno particolarmente convincente nel voler difendere la democrazia quanto  i posti di parlamentari. La doppia Camera e l’art.67 della Costituzione (inesistenza del vincolo di mandato) erano assolutamente importanti subito dopo la Liberazione ma ai giorni nostri pensiamo che la società sia ben preparata a fronteggiare le situazioni di gravi crisi.
C’è poi il  grosso tema della concorrenza tra legislazione nazionale e quella europea, la seconda delle quali molto spesso inutilmente ingombrante (come tempi di riapplicazione nazionale e contenuti) mentre invece manca un VERO governo europeo.
In questa fase “forse” nella modifica costituzionale si poteva GIA’ dare qualche indicazione dei poteri legislativi che potevano essere trasferiti a livello europeo. Oggettivamente non sarebbe servito a nulla nell’immediato ma sarebbe stato uno stimolo verso gli altri paesi a riflettere sul tema (argomento assai ostico per tutti: un vero governo europeo non lo vuole nessuno…) .
Diciamo che alla fine è andata anche bene. Poteva andare peggio anche se –per come si conosce il Parlamento italiano- la maggioranza dei parlamentari non vuole le elezioni anticipate dal momento che hanno i debiti della campagna elettorale precedente da onorare e quindi…

Epperò tutta la sceneggiata della vecchia politica politicante fatta di ammuine quotidiane per tirare a campare non è stato un bel vedere. Comunque nonostante questi limiti è andata bene.


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