Il Senato? era meglio abolirlo del tutto.
E ridurre pure il numero dei deputati.
Ce l’hanno fatta dopo non so più quanti
lustri di (falsi) tentativi. Grillini, leghisti, residui forzisti se ne sono
andati con una delle loro usuali messinscene per giustificarsi la prebenda mensile
ma tutti contenti sotto sotto perché ciascuno spera di fregare tutti gli altri
alle prossime elezioni. Se ne sono andati (l’altra stagione) pure Civati e Fassina,
Vendola era già altrove. Adesso la conferenza stato regioni probabilmente
traccerà la linea per una legge elettorale abbastanza omogenea per l’elezione
dei nuovi senatori. E sarà una bella battaglia: tra governo, regioni, partiti
tra di loro e dentro i partiti. Scusi lei
concorre per il seggio regionale o per il senato nazionale? Faccia
spazio che io concorro per entrambi. Dicunt che i nuovi senatori saranno pagati
dalle regioni originarie. Quanto non si sa ma – qui viene il bello- ci sarà un’altra
battaglia sui compensi-rimborsi.
Insomma abbiamo già la trama per decine di
talkshow nei prossimi mesi.
Noi modestamente siamo sempre stati del parere che:
- andassero abolite le Regioni e non le
Provincie (le regioni sono sostanzialmente brutte copie del vecchio INAM visto
che l’80% dei bilanci riguarda la sanità)
- il Senato fosse abolito del tutto.
- la Camera fosse formata da un componente
ogni 100mila voti raccolti a livello nazionale da ciascuna lista. In questo
modo se votano 45 milioni la Camera risulterà composta da 450 deputati. Teniamo
conto che nel 2013 gli italiani
aventi diritto di voto per la Camera dei Deputati erano 50 449 979
(26 088 170 donne e 24 361 809 uomini).
- obbligo di
dichiarare prima le coalizioni.
- chi cambia
casacca decade dal seggio di deputato.
-
finanziamento pubblico ai partiti (1€ per voto ogni anno) con bilanci
certificati.
Il pateracchio
che ne è uscito non è segno
particolarmente convincente nel voler difendere la democrazia quanto i posti di parlamentari. La doppia Camera e l’art.67
della Costituzione (inesistenza del vincolo di mandato) erano assolutamente
importanti subito dopo la Liberazione ma ai giorni nostri pensiamo che la
società sia ben preparata a fronteggiare le situazioni di gravi crisi.
C’è poi
il grosso tema della concorrenza tra
legislazione nazionale e quella europea, la seconda delle quali molto spesso inutilmente
ingombrante (come tempi di riapplicazione nazionale e contenuti) mentre invece
manca un VERO governo europeo.
In questa fase
“forse” nella modifica costituzionale si poteva GIA’ dare qualche indicazione
dei poteri legislativi che potevano essere trasferiti a livello europeo.
Oggettivamente non sarebbe servito a nulla nell’immediato ma sarebbe stato uno
stimolo verso gli altri paesi a riflettere sul tema (argomento assai ostico per
tutti: un vero governo europeo non lo vuole nessuno…) .
Diciamo che
alla fine è andata anche bene. Poteva andare peggio anche se –per come si
conosce il Parlamento italiano- la maggioranza dei parlamentari non vuole le
elezioni anticipate dal momento che hanno i debiti della campagna elettorale
precedente da onorare e quindi…
Epperò tutta
la sceneggiata della vecchia politica politicante fatta di ammuine quotidiane per
tirare a campare non è stato un bel vedere. Comunque nonostante questi limiti è
andata bene.
Nessun commento:
Posta un commento