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Pagina 44 - Il Sinodo 2015.







Razzolare male e predicare bene.
Quando la chiesa rovescia il buonsenso.






Dopo tre settimane di riunioni, e a conclusione di un lavoro durato oltre due anni, è stato votato dai 270 “padri” il documento finale, relatio finalis, del Sinodo della famiglia: la relazione è stata approvata con una maggioranza pari ai due/terzi. Il quorum è stato raggiunto su tutti i punti della relazione. Tre settimane piuttosto tempestose.
Prima il coming out omosessuale del monsignore polacco Charamsa (che un monsignore bergamasco –colto da pietas cristiana- ha gentilmente definito come “la svampita”); poi la lettera di dissenso dei 13 porporati conservatori; ultimo il falso sul tumore al cervello di Papa Francesco. Tre fatti accaduti in perfetta successione temporale in coincidenza col Sinodo, che non sollevano Bergoglio da un futuro privo di colpi. L'ultimo caso, eclatante per la sua evidente costruzione (un male alla testa del Papa, con l'intenzione di mostrare che le facoltà mentali del Pontefice non funzionano), è comunque servito in ultimo a mostrare che i tentativi maldestri di chi all'interno e all'esterno della Chiesa gli è contro, non potevano avere successo in questa tornata.

Il tutto si assembla in un poderoso documento di 32 pagine da dove si ricava che il documento 84 è approvato con  187 si e 72 no, l’85 è approvato per un voto con 178 si e 80 no; l’86 è approvato con 190 si e 64 no.
Ma ci sono anche il 70 approvato con 213 si e 47 no e il 71 con 218 si e 42 no .
Il 70-71 indicano una scelta assolutamente favorevole al matrimonio tradizionale in chiesa  .
L’84-85-86 riguardano la ri-accoglienza dei battezzati e divorziati  all’Eucarestia ed ai Sacramenti: “i battezzati che sono divorziati e risposati civilmente devono essere più integrati nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo”.
Al Sinodo passa il “compromesso tedesco” scrive la stampa. Il circolo " Germanicus" è stato l'unico, all'inizio dell'ultima settimana di Sinodo, a trovare l'unanimità fra le diverse componenti, quella dei falchi e quella delle colombe, e a pilotare l'aula verso il quorum richiesto. Ma il successo non genera una Chiesa pacificata sotto Francesco. Un terzo dei vescovi del mondo gli rema contro, come la conta dei voti dimostra. E questo è dunque solo un armistizio fra le due anime diverse. "La strada è ancora molto lunga", dice il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera, grande tessitore dell'intesa, uno degli artefici della vittoria germanica al Sinodo. I bene informati affermano che la chiesa tedesca avrebbe messo le mani sui risultati del prossimo Conclave.
Fa piuttosto impressione leggere tutte queste belle proposizioni in ordine alla possibile Eucarestia da somministrare dopo attento percorso di comprensione caso per caso ai  battezzati-divorziati, come fa impressione il negare del matrimonio tra persone dello stesso sesso e la condanna  netta della pedofilia perché le tre mascalzonate che da dentro la chiesa sono state inflitte  al papa nei giorni del Sinodo, dicono l’esatto contrario  e non per una piccola parte dei suoi grandi “padri” ma per un terzo di essi.
Fa impressione  prima di tutto perché si tratta di casi numericamente insignificanti, ma fa impressione immaginare come si comporteranno nelle rispettive diocesi uno di quegli 80 NO rispetto ai 178 SI del punto 84 alla luce delle legante assestiate al Sinodo e al papa coi tre episodi citati. Salve che domani non ne  escano anche qualcun altro.
Facendo poi finta di non vedere-leggere quanto accade nella tragedia della pedofilia.

Adesso Papa Francesco e i suoi 188 padri hanno parecchio daffare. Sopratutto per convincere quegli 88 “padri” che non sempre vogliono comportarsi come “tali”. Insomma, da laici, facciamo i nostri auguri.
















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