Isis, Siria, Kurdistan, Putin contorni e dintorni.
Il mio parere
serve a nulla ma spero serva alla pace.
L’ISIS non ha
fabbriche di armi. Gliele hanno vendute o vendono all’80-90% i cinque membri
permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Cioè quelli che dicono di
combatterlo. L’ISIS ruba il petrolio al popolo iracheno e siriano per
finanziarsi le armi e la paga dei soldati. Gli occidentali comprano il petrolio
rubato dall’ISIS. L’ISIS è un problema relativo da spendere da parte dei
governi occidentali sui media anche perché quelli dell’ISIS sanno bene
utilizzare i media moderni. Fuori dubbio che quelli dell’ISIS siano degli
assassini dove allignano soldati di ventura, criminali comuni, esaltati
religiosi. Ma non è che nemmeno i loro avversari sui media e sul campo siano
stati (sottolineare: SIANO STATI) meno delinquenti.
Le guerre le
dichiarano i vecchi ma in guerra muoiono per lo più i giovani. Muoiono i
giovani combattenti, i bambini e le donne. Altro che armiamoci e partite.
Acqua, petrolio,
demografia. Il principale problema mediorientale nei rapporti tra il mondo
occidentale non viene (quasi) mai messo in discussione: è un problema
demografico. Il Medio Oriente cresce dell’1,8% mentre l’Europa cresce dello
0,4%. Il mondo arabo è composto di giovani sotto i 40 anni, molto prolifici,
molto informati, laici, desiderosi di pace istruzione benessere. Israele e il
mondo occidentale è fatta di anziani e di giovani pochissimo prolifici. In
queste condizioni è evidente che chi cresce metterà in un angolo chi non
cresce. Mancanza di acqua (tre
quarti dell'acqua disponibile di questa regione è nelle mani di soli quattro
stati: Iran, Iraq, Siria e Turchia) , riduzione delle scorte
petrolifere (la riduzione delle scorte estraibili a buon mercato potrebbe
avvenire entro meno di 10 anni) e crisi demografica sono i problemi che incombono sul Medio Oriente da sempre a
ancora di più d’ora in avanti.
Due popoli e due stati
fu per molti anni lo slogan per la soluzione dei problemi in Israele e
Palestina. Per oltre 40 anni è stato un mantra internazionale per perseguire la
pace. Ormai questa soluzione appare impraticabile. Il segno più evidente sono i
2000 km di “muro della vergogna”edificati da Israele contro gli arabi
palestinesi.
Turchia, Siria, Iraq,
Iran e repubbliche attorno al Caspio sono altrettanto attraversate da divisioni
molto forti per motivi religiosi economici
e libertari. Come un cerchio l’ISIS ha preso il controllo di fette di
territori che appartengono a questi paesi e sono ricche di riserve energetiche.
Obama fece la scelta isolazionista di ritrarre
(finalmente…) gli USA dalle guerre esterne dopo i tragici errori compiuti dai suoi predecessori in Afganistan
Iraq e Libia. In questo momento invece Putin è assai deciso ad avanzare la
propria presenza e influenza (e mantenerla col ferro…) dal Caspio verso la
Siria (dove non vuole perdere per nessun motivo le basi sul Mediterraneo),
l’Iraq senza disdegnare un ottimo rapporto coll’Iran, oggi meno arrabbiato
cogli USA. Putin ha mostrato con chiarezza a tutti i suoi vicini che coi suoi
missili (armabili anche di testate atomiche) di potere colpire fino a 2500Km
dal suo territorio.
Si può prevedere che
entro l’anno il vero protagonista internazionale del Medio Oriente sarà Putin.
La Russia e il MedioOriente hanno in mano le risorse energetiche
dell’Occidente. Obama (forse) immaginava che lo shale gas avrebbe potuto
tenere lontano gli interessi USA dalle
risorse energetiche internazionali ma lo shale gas non ha dato i frutti
sperati. Pure Israele è avvertita circa l’uso della bomba atomica contro
l’Iran. Egitto, Libia ed altri paesi dell’Africa sono problemi per l’Europa
piuttosto che per Putin od Obama.
Quando hai una base
nel Mediterraneo i problemi dell’Arabia Saudita e dello Yemen (la prima contro
gli sciti hawhiti dello Yemen) sono gestibili anche perché sono paesi che entro
dieci anni salteranno in aria e quindi… chi può dire che fare adesso?
Elegantemente lasciamoli scannarsi.
ISIS. Se non puoi
vincere un nemico cerca di creare un rapporto. Coll’ISIS si può fare ed è
quello che sperano tutti. L’ISIS sostanzialmente controlla le grandi vie di
comunicazioni a cavallo di Iraq Siria Palestina Turchia Iran . Esiste una
specie di zona centrale a quei paesi che “si può” benissimo lasciare in mano
all’ISIS col poco o tanto petrolio che è
presente. L’ISIS non lo sconfiggi cogli stivali sul campo e nemmeno con gli
aerei o i droni: allora….
Kurdi. Il problema
kurdo è molto grande e importante perché coinvolge politicamente e militarmente
in modo assai pesante la Turchia che è un membro della NATO. Ulteriore tragedia
è che tutti gli altri paesi NATO sono favorevoli ad una “certa” indipendenza
kurda sia in Turchia che negli altri stati dove
abita il popolo curdo. Il fatto è che la zna kurda ha in mano almeno il
50% delle riserve di acqua potabile della zona.
In questo momento
Putin sta combattendo sia l’ISIS che i ribelli interni e pure i Kurdi pure loro contro Assad. Insomma
Putin vuole mantenere fermi e saldi –quindi in mano a un governo “amico e
sodale”- le basi aero-navali sul Mediterraneo e quindi con la consueta tragica
pragmaticità, bombarda tutti: ribelli interni alla Siria, ISIS, Kurdi. E se
qualcuno della NATO protesta alla faccia della (quasi assoluta) inutilità di
quegli interventi aerei, Putin li spernacchia.
Se l’idea dei “due
popoli due stati” è fallita tra Israele e la Palestina, questa certezza la si legge
anche nel caos attuale dal momento che
NON è nemmeno immaginabile pensare alla creazione di una nazione kurda a
cavallo di 3-4 altri paesi, come non è nemmeno immaginabile una grande enclave
sotto il controllo dell’ISIS (e tollerata da tutto il resto del mondo) nei
territori desertici a cavallo di Siria Iraq e qualcun altro.
Quindi ? . Le
soluzioni mi paiono due che però vanno assieme. La prima è la formazione di una
vera Europa al posto del casino attuale dove la leadership non sia in mano a
nazioni con un passato troppo sporco (la Germania contro gli Ebrei, il
colonialismo inglese e francese p.e.) che punti decisamente ad una riduzione
dei propri consumi energetici minerali in modo da liberarsi il più possibile
dalla “relazione obbligata” con Putin e dintorni caucasici e del MedioOriente.
La seconda è un’Europa
che torni a crescere demograficamente.
E una terza ? Il
ripudio della guerra.
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