Dopo Marino il futuro di Roma .
Non bastano tecnici capaci ed onesti occorre
soprattutto una grande idea della città. Non solo di Roma.
La
terza repubblica ormai sta esaurendo tutte le sue riserve. Più precisamente: la
politica sta per essere messa da parte sostituita da magistrati e da grandi
burocrati di stato. Affermazione piuttosto inesatta: la politica fugge davanti
ai problemi e manda avanti (in quanto obbligabili e quindi obbligati)
magistrati e grandi funzionari. Dice bene un proverbio bergamasco: …’annacc te
mama, che a me al ma e de grignà. Chi avesse avuto qualche interrogativo se
valeva la pena di pagare i politici, si sta convincendo che (ormai, forse…) non
servono davvero più.
Renzi
e Gabrielli (prefetto di Roma) hanno nominato il prefetto Tenca di Milano come
commissario prefettizio del comune di Roma, dopo che i consiglieri del PD ed
altri sette se la sono svignata perché
–dice il Renzi al TG1 ma lo aveva preceduto pinocchio Orfini dalla Gruber – Marino “il bugiardo” non era
in grado di fare la raccolta della monnezza e far girare i bus. Dimenticando
che le due aziende hanno tanti di quei debiti che andrebbero chiuse e i beni
messi all’asta. Tacendo per misericordia che quel “bugiardo” degli scontrini
aveva estromesso la mafia delle discariche, stava estromettendo mafia capitale
(una associazione di imprese tra molti fascisti e parecchi piddini); aveva
istituito il registro delle unioni civili ed aveva definitivamente
pedonalizzato i dintorni del Colosseo. Era riuscito perfino ad approvare il
Bilancio di previsione del 2015 nei tempi ordinari: un miracolo internazionale.
Cazzate per l’ipocrisia dei potentati e dei ladroni romani. Alcune cifre, per rendersi conto di
cosa stiamo parlando. Roma (1.285,30 kmq) ha un territorio grande quanto la
somma dei Comuni di Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze,
Bari e Catania. La nostra Capitale è un unicum non solo in Italia. In Europa,
la sua area è superiore a quella di Comuni come Berlino, Parigi e Madrid. E
anche New York e Mosca hanno territori più piccoli. Finora tutto è stato
accentrato al Campidoglio. Anzi, con la legge sulle città metropolitane, il
Comune di Roma ha acquisito nuovi poteri, ampliando così la propria zona
d'influenza e di responsabilità su buona parte della sua provincia. La legge
Delrio (n.56/2014), infatti, stabilisce che alla città metropolitana di Roma
Capitale si applichino le stesse regole - salvo per i profili di
"capitalità" - delle altre città metropolitane. È un buon metodo?
Il
Renzi al TG1 ha dichiarato di non essere il mandante della defenestrazione del
bugiardo ma che se un sindaco non è in grado – appunto- di tenere pulito le
strade, tappare le buche e far girare i bus,
meglio che se ne vada. Messaggio semplificatorio ad uso della casalinga
italiana (fare il sindaco è tappare le buche e raccogliere la monnezza…) ed
autoassolutorio : il segretario del PD ha dimenticato che larga parte del suo
partito era-è colluso coi fascisti in imprese per saccheggiare le risorse del
Comune. Dei Romani e degli Italiani: mica della Merkel. Che di 27 circoli PD su
110 di Roma-Lazio ne è stata suggerita la chiusura per evidente “dannosità”.
Renzi
pensa e spera che il commissario Tenca faccia il miracolo di portare a
compimento un Giubileo (gli interessa quello mica i Romani…) piatto piatto e
senza troppi scossoni come ha fatto con l’EXPO. Non gli importa nulla delle
scelte che pongono Roma e la sua storia e quanto ne è espressione come racconto
per la storia del mondo. A Renzi importano le strade pulite, le buche tappate,
il consueto tran tran dei fuorilegge che sfruttano ogni sassolini della storia
romana “esentasse”.
Durante
il Giubileo non disturbate il manovratore che dobbiamo fare i soldi. Perdio!.
Capiamoci.
La gestione del quotidiano non si realizza partendo e prendendo a legnate spazzini vigili autisti dei bus ma decapitando
(letteralmente) tutti i vertici delle aziende di servizi e sostituendoli con
personale capace e onesto: che non è così facile trovare neanche in 2-3 anni di
governo. Perché o Renzi comprende che lo spazzino anziché fare il suo dovere fa
i piccoli piaceri ai vari privati che gli integrano sostanziosamente la paga
(lasciando intanto la monnezza per strada) questo succede perché quell’operaio
vede tutta la piramide di governo dell’azienda che sta li a saccheggiarla in
tutti i modi possibili.
ATAC
(azienda dei trasporti) e AMA (nettezza urbana) a Roma debbono subire il
trattamento che la Fiat ha riservato ai suoi stabilimenti del sud: cambiare
tutto da cima a fondo. Chi ci sta a modificare il proprio atteggiamento resta,
altrimenti fuori. La privatizzazione proposta da troppi (Partiti e
Confindustria) ha il solo scopo di creare un’idrovora privata dentro le risorse
del comune (cioè dei Romani…). Che è poi la stessa versione dell’ATAC-AMA di
adesso, a bene vedere.
Ma
Roma non basta un buon funzionamento della normalità rivendicata da Renzi:
raccolta rifiuti, pulizia e manutenzione strade, bus che rispettano
discretamente orari. La mafia e la criminalità
riescono convivere e trarre profitto (magari qualcosa di meno…) anche
con la normalità amministrativa.
Roma
ha bisogno di sogni progetti futuro.
Governare
Roma come pensa Renzi é conservare uno scrigno di gioielli nascosto sotto il
mattone.
L’idea
di ampie zone di Roma del tutto pedonalizzate e
delle aree archeologiche restituite “al mondo” è quello di cui ha
bisogno Roma. E’ solo una per tutte. E un prefetto di sicuro scriverà una delibera di giunta perfetta e trasparente
(adesso molti dirigenti le scrivono
apposta sbagliate per farle annullare…) ma NON potrà MAI immaginare e decidere
di pedonalizzare via della Conciliazione (p.e…..) LungoTevere e poi il Ponte
sant’Angelo fino a Piazza Navona.
Roma ha bisogno rapidamente di una profonda
riforma politico-amministrativa per troncare, ad esempio, la contrapposizione
esistente fra la città consolidata - quella 'storica' che contiene tutte le
funzioni - e le periferie, in cui abita l'80 per cento dei cittadini.
Disegnare una "città delle città",
con sei o otto veri Comuni, potrebbe inoltre consentire al Campidoglio di
dotarsi di un piano strategico e acquisire poteri di indirizzo e controllo
idonei ad amministrare una vasta area urbana. Criminalità, malaffare, strumenti
insufficienti, personale sotto utilizzato o male utilizzato, classe politica
inadeguata, dipartimenti obsoleti, irresponsabilità amministrativa sono stati i
fenomeni che hanno caratterizzato gli ultimi 8 anni di vita cittadina. La
politica e i partiti hanno enormi responsabilità e oggi ci ritroviamo con una
città non amministrata. Per molti aspetti non può esserlo con gli strumenti
attuali. E non basta chiedere scusa ai romani - modo infantile e offensivo di
prendere atto della propria incapacità - come fanno a gara in queste ore
solitari esponenti di partito.
Ci
sono mille buone pratiche per proiettare
Roma da un contesto di caos ad un contesto internazionale unico: ma questo lo
può fare solo la politica e non un bravo funzionario.
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