La fermata delle FFSS
per l’ospedale Papa Giovanni
Niente raddoppio della ferrovia
Solo 600 metri di binario laterale ?
Una spesa ferroviaria quasi
del tutto inutile e una maxispesa per passare dalla fermata ferroviaria al
nosocomio.
Da Bergamo-Corriere del 05 novembre 2015
leggiamo:
Fermata: ospedale di Bergamo. Dopo un viaggio durato anni il progetto sta finalmente entrando in
stazione. L’idea di far fermare i treni di fronte al Papa Giovanni è infatti
parte integrante dell’accordo quadro che entro la fine di novembre sarà firmato
dalla Regione Lombardia e da Reti ferroviarie italiane. Da anni si parla di far
fermare i treni ai binari che si trovano a 150 metri dall’ospedale. Il costo
dei parcheggi, l’intasamento delle strade del quartiere e i tempi lunghi degli
autobus hanno reso ancora più necessario il progetto, che però era ostacolato
dal fatto che in quel punto esiste un solo binario. Farvi fermare i treni
avrebbe automaticamente bloccato la linea e creato rallentamenti a cascata per
i numerosi convogli dei collegamenti fra Bergamo, Lecco e Milano Porta
Garibaldi via Carnate. In più si voleva essere sicuri che la fermata potesse guadagnarsi
il servizio, cioè garantire un flusso di persone che la giustificasse.
Regione e Ferrovie hanno analizzato tre
ipotesi. La prima: la
realizzazione di una semplice fermata, che però, visti appunto i problemi
strutturali, sarebbe stata utilizzata al massimo da otto-dieci treni al giorno.
E ne sarebbero stati esclusi quelli dei pendolari, visto che i minuti di sosta
avrebbero aggravato la situazione su una linea che ha già i suoi problemi dal
punto di vista della puntualità. Seconda ipotesi: il raddoppio di tutta la
linea fra la stazione di Bergamo e l’ospedale, idea complessa perché avrebbe
comportato espropri e demolizioni, oltre a una spesa di 20 milioni. Ad andare
alla fine in porto è stata la terza ipotesi: il raddoppio di un solo tratto. Il
progetto prevede infatti la creazione di un binario lungo circa 600 metri,
parallelo all’attuale, sul quale spostare il treno senza tenere occupata la
linea. La fermata sarebbe dotata di una banchina lunga 250 metri e alta 55
centimetri, di una pensilina, di un impianto informativo e forse anche di un
sottopassaggio per evitare ai pedoni di dover attraversare via Brambilla, la
lunga curva che lambisce la zona nord dell’ospedale. Il tutto in corrispondenza
dell’ingresso principale del Papa Giovanni.
A opere ultimate si prevede anche di
effettuare una revisione degli orari del trasporto pubblico locale, in modo da coordinare i treni e gli autobus. Per la realizzazione viene
calcolato un periodo di 12-18 mesi dal momento del finanziamento, con una spesa
che si aggirerà intorno ai 6 milioni tra lavori ed espropri. La somma viene
ritenuta abbordabile da Rfi, che invece non ha intenzione di sborsare gli 80
milioni per il progetto complessivo di cui la fermata faceva originariamente
parte: il servizio ferroviario metropolitano sulla Ponte San
Pietro-Bergamo-Seriate-Montello. Cioè la realizzazione di un raddoppio lungo
tutta la linea e di una serie di fermate, creando così un servizio simile al
tram delle Valli. E non a caso un primo studio di fattibilità era stato realizzato
una decina d’anni fa proprio dalla Teb.
Considerando il forte impatto che il
progetto potrebbe avere sulla viabilità di tutta la zona, era stato indicato come «prioritario» da Provincia, Comune e Regione al
vertice dello scorso maggio con il ministro delle Infrastrutture Graziano
Delrio. Le trattative tra Rfi e la Regione sono ancora in corso e a Milano non
escludono del tutto l’inclusione del progetto del raddoppio complessivo
nell’accordo quadro. Ma la prospettiva più probabile è quella di dover aspettare
quel treno ancora a lungo.
5 novembre 2015 | 08:42
© Fabio Paravisi
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