Se Boeri rischia il
posto
io sto con Tito Boeri
Tito Boeri quasi
certamente è il tecnico più politicamente preparato che abbiamo nel mercato
della politica. Età, formazione, lucidità, indipendenza di giudizio, cultura e
formazione ne fanno una figura di civil servant di primo livello.
Sinteticamente
la sua storia. Professore ordinario di economia del lavoro, svolge le proprie attività
di ricerca presso l'IGIER dell'Università Bocconi. È direttore della Fondazione
Rodolfo Debenedetti, istituzione volta a promuovere la ricerca nel
campo della riforma dei sistemi di welfare e dei mercati del lavoro in Europa.
È stato consulente del Fondo monetario internazionale,
della Banca
Mondiale, della Commissione europea e del governo
italiano, nonché senior
economist all'OCSE dal 1987 al 1996. È inoltre research fellow del CEPR, del William Davidson
Institute dell'Università del Michigan, del Netspar dell'Università di Tilburg e dell'IZA - Institut zur Zukunft der Arbeit (Istituto per il Futuro del Lavoro) a
Bonn. È membro del Consiglio della European Economic Association.
Ha collaborato con il quotidiano La Stampa e dal maggio 2008 collabora con il quotidiano la Repubblica.
Con il contributo di altri economisti, tra i quali Pietro
Garibaldi, ha fondato i siti lavoce.info (rivista online su cui si confrontano
le opinioni sull'economia italiana e internazionale) e Voxeu.org, ed è
direttore scientifico del Festival dell'economia di Trento.
Il Consiglio dei Ministri del 24 dicembre 2014 lo ha nominato presidente dell'INPS.
Qui
la proposta di Boeri nella sua interezza:
http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/Notizie/2015/11/proposta-inps.pdf
Boeri da quando sta all’INPS non vuole riscuotere lo
stipendio a ufa ed ha elaborato (e consegnato al governo agli inizi 2015) una
proposta contro la povertà delle famiglie italiane.
La proposta normativa consiste nell’istituire un
«reddito minimo garantito» pari a euro 500€ (400€ nel 2016 e nel 2017) al mese
per una famiglia con almeno un componente ultra 55enne. Il trasferimento, che
prende il nome di Sostegno di Inclusione Attiva per gli ultra 55enni, prende
come riferimento la famiglia, intesa come nucleo che condivide la stessa
abitazione. La famiglia di riferimento è il nucleo allargato così come definito
ai fini Isee. Questo significa che non solo l’ultra 55enne, ma anche eventuali
figli disoccupati beneficiano del trattamento. Chi ha una casa di proprietà
viene penalizzato rispetto a chi è in affitto. Il trattamento è subordinato a
un patto finalizzato al reinserimento lavorativo. Esempio. Consideriamo una
famiglia con 2 soggetti adulti, di cui uno con più di 55 anni. Tale famiglia
avrebbe diritto a un reddito minimo pari a 750€ al mese. Ora, se la somma dei
redditi da lavoro mensili di queste due persone fosse pari a 500€ al mese, il
valore della prestazione ricevuta ammonterebbe a 250€.
Le risorse di questa proposta, pari a circa 1,2
miliardi, vengono rimodulando le prestazioni assistenziali percepite al di
sopra dei 65 anni di età e che oggi finiscono anche al 30% della popolazione
con i redditi più elevati. La seconda parte della proposta di legge armonizza i
trattamenti in essere prevedendo per chi quelli più elevati, sopra i 5 mila euro,
un contributo «equo» ottenuto attraverso l’immediato ricalcolo della pensione
attraverso il sistema contributivo. Il ricalcolo sarebbe più graduale tra i
3.500 e i 5 mila euro. Ulteriori risparmi verrebbero dal taglio dei vitalizi e
delle pensioni sindacali. Tali risparmi servirebbero a consentire l’uscita
anticipata dal sistema previdenziale con penalizzazioni che però non potrebbero
essere consentite per trattamenti al di sotto della soglia delle tre volte il
minimo. Tra i potenziali «perdenti» della riforma circa 250 mila percettori di
pensioni elevate», chiarisce l’Istituto. A cui si aggiungerebbero, sottolinea,
«più di 4 mila percettori di vitalizi per cariche elettive».
Ma il prelievo sulle pensioni più alte non piace al governo.
«Penso sia un errore tagliare le pensioni, dobbiamo dare fiducia agli
italiani», sostiene il premier Matteo Renzi che rivendica il taglio delle
tasse, a partire dalla Tasi, come cardine della legga di stabilità. La proposta
di Boeri che, ammette il premier, ha certo «un valore di equità», è da giugno
al vaglio di Palazzo Chigi. Ma il team di economisti, che nelle prossime
settimane diventerà una vera e propria unità di missione, dopo aver valutato i
pro e i contro ha consigliato a Renzi di non prenderla in considerazione.
Le reazioni della CASTA non si sono fatte attendere. «I gruppi
di maggioranza del Senato hanno già detto di no alla premessa della proposta
del presidente dell’Inps con un ordine del giorno di indirizzo accolto dal
governo», commenta critico Maurizio Sacconi, presidente della commissione
Lavoro del Senato ed ex ministro del Welfare. «Boeri con questo documento -
sottolinea Giorgio Ambrogioni, presidente Cida (dirigenti e quadri) -
criminalizza il 10% dei pensionati in quanto titolari di pensioni medio-alte
dimenticando la loro enorme partecipazione al gettito Irpef».
L’ex Pd Stefano Fassina ironizza: «Credo che il presidente
dell’Inps debba ricordare quale sia il suo ruolo. Oppure si faccia nominare
ministro del Lavoro - aggiunge - e coerentemente faccia le proposte che
ritiene». Anche Enrico Zanetti, segretario di Scelta civica, esprime «forti
perplessità sul metodo» con cui il presidente dell’Inps Boeri ha avanzato le
sue proposte sulle pensioni. «Sarebbe importante che ognuno facesse la propria
parte nel rispetto del ruolo che ricopre», dice il senatore Stefano Lepri,
vicepresidente del gruppo Pd del Senato
Boeri
sta rischiando il posto (ma il problema non è esattamente questo). Con Renzi e
la casta non si scherza: nessuno può fare un passo in avanti rispetto allo
story telling del presidente. La furiosa reazione dell’ex ministro Damiano e di
Fassina (assieme al’evidente fastidio di Renzi) sono sintomatiche di come il governo e i
parlamentari prendano male l’attivismo del presidente INPS.
Io
sto con Boeri.
La
politica ha accumulato non ricordiamo più quante modifiche alla legge sulle
pensioni (da trent’anni in qua almeno una all’anno…) ed é arrivata alla settima
tappa della questione esodati (come fossero cellule tumorali che si riproducono
in continuazione mentre sono quasi sempre quegli sfortunati ) promettendone “anche”
un’ottava.
INTERVISTA
Camusso: «Pensioni d’oro?
Boeri è ossessionato serve una patrimoniale»
Il segretario generale della Camera del
Lavoro critica il presidente dell’Inps e aggiunge: «Nella proposta manca una
cosa fondamentale, lo sguardo verso il futuro. Ci dobbiamo arrendere»
di Lorenzo Savia
«Quello
tra Tito Boeri e Matteo Renzi è un balletto che non ci è piaciuto. Serve solo a
nascondere il fatto che sulle pensioni una proposta del governo non c’è, c’è
solo la piattaforma del sindacato su cui il governo non ha ancora aperto alcun
confronto. E poi scusi, ma il presidente dell’Inps mi sembra davvero
ossessionato». Una grande foto di Anna Magnani alla parete, un caschetto bianco da
operario appeso alla libreria, Susanna Camusso è nel suo ufficio al quarto
piano del palazzone della Cgil. E si accende un’altra sigaretta.
Segretario, da cosa sarebbe ossessionato Boeri?
Segretario, da cosa sarebbe ossessionato Boeri?
«Dal
ricalcolo contributivo. Come se i contributi versati dai lavoratori dessero
vita a una proprietà ingiusta».
Non c’è nulla in quella proposta che la convince?
«
C’è la possibilità di riscattare in modo non oneroso i contributi versati a
casse diverse, una nostra battaglia. Manca però un cosa fondamentale, lo
sguardo verso il futuro. Ci dobbiamo arrendere all’idea che i giovani, quelli
che oggi hanno uno stipendio basso e un lavoro discontinuo, devono rinunciare
alla pensione futura, a un minimo dignitoso di vita?».
Ma nella proposta c’è la flessibilità che voi chiedete, cioè la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo.
Ma nella proposta c’è la flessibilità che voi chiedete, cioè la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo.
«A
che prezzo, però? Le risorse per avviare la flessibilità non possono venire
tutte dal sistema previdenziale anche se nel tempo i costi si ripagano. Un
conto è un tetto oltre il quale le pensioni in essere possono contribuire alla
solidarietà. Altro è fare un ricalcolo generale o considerarle sullo stesso
piano dei vitalizi dei parlamentari. E poi non si può ragionare solo in termini
di età anagrafica, senza considerare se uno ha cominciato a lavorare a 15 anni
oppure a 30. Senza fare distinzioni sul tipo di lavoro: a 70 anni puoi fare il
professore universitario, non il muratore».
D’accordo, ma da dove si prendono i soldi?
D’accordo, ma da dove si prendono i soldi?
«Nella
nostra piattaforma c’è l’imposta sui patrimoni immobiliari al di sopra del
milione di euro. Stiamo parlando di meno del 5% delle famiglie italiane, di
un’aliquota progressiva tra lo 0,5 e il 2%. Ci sarebbero risorse sufficienti
non solo per le pensioni ma anche per un vero piano che ci consenta di dare
lavoro ai giovani».
La patrimoniale non soffocherebbe la domanda interna, proprio adesso che ci sono i primi segnali di ripresa?
La patrimoniale non soffocherebbe la domanda interna, proprio adesso che ci sono i primi segnali di ripresa?
«Se
in famiglia entrano 160 euro in più perché è stata abolita la Tasi ma ci sono
due figli disoccupati, secondo lei quella famiglia pensa alla Tasi, e si mette
a spendere più di prima? O continua a pensare ai figli disoccupati?».
Per il governo il lavoro si crea aiutando le imprese a investire, non con piani calati dall’alto.
Per il governo il lavoro si crea aiutando le imprese a investire, non con piani calati dall’alto.
«Ci
convince il super ammortamento, la misura inserita nella Stabilità che fa
pagare meno tasse a chi investe in azienda: favorisce non solo l’occupazione ma
anche l’ammodernamento del sistema produttivo. Ci convincono molto meno,
invece, il taglio dell’Ires e dell’Irap. Sono le vecchie misure a pioggia di
una volta. Un po’ come lo sconto sui contributi per gli assunti senza un
vincolo a creare occupazione aggiuntiva».
Questa misura potrebbe essere rafforzata per le Regioni del Mezzogiorno. È una buona idea?
Questa misura potrebbe essere rafforzata per le Regioni del Mezzogiorno. È una buona idea?
«Sì,
perché sul Mezzogiorno nella Stabilità non c’è nulla. Ma lo sconto sui
contributi deve avere dei vincoli, essere limitato all’occupazione aggiuntiva
oppure alle donne e agli over 50 come nel vecchio provvedimento del governo
Monti che, devo dire, era molto più efficace di questo. Altrimenti lo sconto si
presta a usi opachi».
Vi state preparando allo sciopero generale?
Vi state preparando allo sciopero generale?
«Abbiamo
avviato la mobilitazione. Vedremo quello che succede nelle prossime settimane
ma non è che approvata la Stabilità ripieghiamo le bandiere e torniamo a casa».
E l’idea di una tregua sugli scioperi per il Giubileo, sul modello di quanto fatto per Expo?
E l’idea di una tregua sugli scioperi per il Giubileo, sul modello di quanto fatto per Expo?
«Non
c’è e non ci può essere un misterioso bene superiore che impedisca ai
lavoratori di rivendicare i loro diritti. È interesse di tutti che il Giubileo
si svolga serenamente ma ricordo che il contratto del trasporto pubblico è
scaduto da sette anni. In un Paese normale questo non dovrebbe avvenire».
Oggi si riuniscono i fuoriusciti del Pd. C’è spazio a sinistra per un nuovo partito?
Oggi si riuniscono i fuoriusciti del Pd. C’è spazio a sinistra per un nuovo partito?
«Continuo
a pensare che le frammentazioni non siano utili. L’orizzonte deve essere quello
di un grande partito socialdemocratico».
Può essere il Pd questo grande partito oppure no?
Può essere il Pd questo grande partito oppure no?
«Questo
è un interrogativo che riguarda tutta la sinistra».
Un’ultima
sigaretta.
7 novembre 2015 (modifica il 7 novembre 2015 | 10:56)
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