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Pagina 56 - Nasce Sinistra Italiana.








E’ nata «Sinistra italiana».
Code e cori con Bella Ciao. Fassina: «Noi alternativi all'Happy Days di Renzi»
La nuova iniziativa con i fuoriusciti del Pd e i vertici di Sel, il debutto al teatro Quirino di Roma .
Ci sono Fassina, De Petris, Fratoianni. Fava e Ferrero .
Il saluto della presidente Boldrini .

Dal Corriere on line
Il battesimo ufficiale di «Sinistra Italiana».
Sala piena, tanta gente che resta addirittura fuori per strada, in attesa di entrare.
Sul palco Stefano Fassina delinea la rotta: «Oggi tracciamo una tappa decisiva di un cammino impervio ma necessario per fare un “Italia più giusta”».
E non manca l’affondo immediato con «una proposta di governo, alternativa al liberismo da Happy days del segretario del Pd».
Teatro Quirino di Roma: al via la manifestazione di Sel e dei parlamentari ex Pd che vogliono dare il via ai nuovi gruppi di Camera e Senato «Sinistra italiana».
C’è il logo: in rosso su fondo giallo.
C’è pure il consulente economico del gruppo a Montecitorio: il premio Nobel Joseph Stiglitz.
Sono 31 i deputati che vi aderiscono, una decina di senatori in questa prima fase che rappresenta una tappa del percorso che condurrà all'assemblea costituente di un nuovo soggetto politico, prevista per gennaio. Fra gli ex Pd Stefano Fassina e Alfredo D'Attorre, ma anche Vincenzo Folino eMonica Gregori.
Il nuovo gruppo si insedierà a breve a Montecitorio, mentre in Senato avverrà nei prossimi mesi.
Non solo. «C’è almeno una decina di parlamentari del Pd che si sta interrogando. Li ho sentiti c’è una riflessione ancora in corso. Immagino ci siano in futuro altre adesioni. Soprattutto nei territori. Questa sala è piena di iscritti al Pd» dice D’Attorre.
Si vedono il senatore ex M5SFranco Campanella, che insieme al collega Fabrizio Bocchino dovrebbe aderire al nuovo gruppo.
Tanti volti i volti noti, da Fabio Mussi (presidente Sel) a 
Cesare Salvi.
Spunta anche Aldo Tortorella, storico parlamentare Pci, e Valentino Parlato, fondatore del Manifesto

Fassina: «Non facciamo il gioco della destra»
«Ci hanno accusato di fare il gioco della destra», ha detto Stefano Fassina, nel suo intervento, respingendo le critiche della maggioranza e della minoranza Pd. «Dispiace per le parole di Bersani ma non è così: il gioco della destra lo fa chi fa la destra con il jobs act, con l'intervento sulla scuola, con l'Italicum, con la riforma del Senato e della Rai. Noi siamo Sinistra italiana e abbiamo scelto un nome che rivendica una scelta di campo precisa». «Abbiamo scelto di avviare i gruppi parlamentari intorno alla legge di stabilità perché la credibilità non si conquista con l’autocertificazione - tanti si dicono di sinistra - ma sui contenuti: i nostri emendamenti sono un messaggio all’Italia per dire chi siamo. Questa manovra iniqua è sinergica al partito della nazione: Renzi ha detto che attua il programma che Berlusconi non è riuscito ad attuare».

31 deputati nel nuovo gruppo
Sono trentuno i deputati del nuovo gruppo Sinistra italiana: venticinque di Sel (il gruppo ha già cambiato nome e sul sito della Camera figura come Sinistra italiana - Sinistra ecologia libertà), cinque ex Pd e Claudio Fava, che aveva lasciato Sel e adesso si ricongiunge ai colleghi della sinistra. Alla Camera i deputati di «Si» sono: Fratoianni, Fassina, Gregori, Galli, D’Attorre, Folino, Fava, Scotto, Boldrini, Pannarale, Costantino, Duranti, Zaratti, Paglia, Marcon, Giordano, Piras, Sannicandro, Zaccagnini, Pellegrino, Quaranta, Kronbichler, Ferrara, Ricciatti, Palazzotto, Airaudo, Bordo, Farina, Melilla, Nicchi, Placido. Al Senato il gruppo dovrebbe nascere nelle prossime settimane e includere i sette senatori di Sel (De Petris, Cervellini, Uras, Petraglia, Stefano, De Cristoforo, Barozzino), l’ex Pd Mineo e altri, tra cui gli ex grillini de L’altra Europa con Tsipras Campanella e Bocchino.

Boldrini invia messaggio
Un saluto alla platea del Quirino arriva dalla presidente della Camera Laura Boldrini che ha inviato un messaggio.
«In tempi in cui continua a soffiare forte il vento del cosiddetta anti politica è invece di buona politica che c’è bisogno». «E proprio perché così marcate sono le distanze che lacerano il tessuto sociale, mi pare potenzialmente ampio persino più ampio che in passato - prosegue Boldrini - il campo di azione di una forza progressista che sia orgogliosa dei propri principi e dei propri valori, consapevole della loro attualità, non più gravata da quella esitazione politica che in passato ha troppo spesso reso flebile e poco attraente la cultura democratica di sinistra.»

Renzi: «La sinistra ideologica non vincerà, mai»
Intanto c’è una specie di replica del premier, sia pure precedente all’assemblea del Quirino.
E che è tratta dal discorso ai gruppi parlamentari del Pd di martedì scorso, pubblicato sabato da Il Foglio, che lo stesso Renzi ha postato su Twitter.
«A sinistra l’operazione che stanno tentando alcuni nostri anche ex compagni di viaggio è secondo me intrisa di ideologismo. La rispetto, ma fa a pugni con la realtà. L’obiettivo della politica è fare i conti con la realtà, non confondere la realtà per ciò che non è. Il loro non è progetto politico, ma delirio onirico. Oggi non c’è uno spazio alla nostra sinistra per tentare di cambiare l’Italia. Anni di storia del PCI insegnano che il velleitarismo è il nemico peggiore di chi ama la politica». E ancora: «La sinistra ideologica non vincerà, mai. Al massimo aiuta la destra a vincere».

Vendola: «Abbiamo il dovere di provarci»
Quella che nasce con Sinistra italiana è «una alleanza di uomini e donne che si ribellano alla mafia delle parole e che non accettano che la sinistra debba trionfare nel proprio suicidio. Oggi si costruisce un primo pezzo di `spazio pubblico´ di ciò che potrà e vorrà essere la sinistra che non cede né alle lusinghe del potere né alle seduzioni dell’impotenza vestita di minoritarismo».
Lo scrive Nichi Vendola nel messaggio inviato al teatro Quirino, dove non ha potuto essere presente per motivi familiari.

«Se il lavoro torna ad essere merce, se i diritti sociali spariscono poco a poco, se la dignità delle persone diviene una variabile dipendente del mercato, se la democrazia viene ingabbiata nella retorica della governabilità e nel fascino di un “uomo solo al comando”, allora vuol dire che “fare la sinistra” è l’urgenza di un’Italia spaccata tra nord e sud, frammentata in clan e corporazioni, umiliata dal malaffare che abita tutti i palazzi del potere», aggiunge.

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