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Pagina 72 - Il tormentone della biblioteca












Uno dei cavalli(ni) di battaglia dei neo-razzisti contrari alla biblioteca e auditorium (sinteticamente: B&A) è quello relativo ai costi di funzionamento (personale, manutenzioni, energetici). Un asinello qualunquista che fa breccia sul popolino educato a sguazzare nel sangue dell’avversario. La battaglia sottintende che questi costi sarebbero notevoli se non addirittura enormi e quindi caricherebbero i cittadini di altre tasse.
Questi personaggi hanno un’idea della struttura di tipo democristiano. Indubbiamente se riduciamo il tutto a un deposito libri  da distribuire e alla sala cinema della scuola media, l’investimento é una follia: ma non é stata progettata seguendo questa prospettiva.

Il costo principale –al tempo della progettazione 1995/1997 - era quello energetico: riscaldamento condizionamento illuminazione. Che poi era sottovalutato in tutti gli edifici comunali (e privati…) al tempo. Adesso questo aspetto si può dire superato con l’istallazione di pannelli solari su girasoli e sistemi di accumulo dell’energia elettrica. Certo occorre pensare ad un investimento di circa 300mila euro ma con questa spesa si fornisce sostanzialmente tutta l’energia necessaria all’illuminazione riscaldamento e raffrescamento di tutti gli edifici comunali ed anche di qualcosa d’altro. Il problema  non é economico (basterebbe sommare le attuali bollette enel e metano…) ma di “testa” dei politici amministratori. Oltretutto si tratterebbe di un investimento al di fuori del patto di stabilità.
L’auditorium non può essere una mera appendice della scuola o un dominio privato di qualche associazione ma va visto come qualcosa da affittare anche a terzi per quella miriade di incontri di cui le aziende hanno bisogno per informare-aggiornare il proprio personale e venditori. Al tempo c’erano almeno 50 richieste ogni anno di affittare spazi comunali per questo scopo: tutte forze perse perché rimaste a piedi.
La biblioteca non può nemmeno quella essere gestita con la testa di funzionari “educati formati allevati” nei primi e famosi corsi triennali dell’Università (Cattolica). Il salto culturale  per passare da mero gestore di un patrimonio cartaceo a quello di un patrimonio su numerosi supporti (carta, bit, disco) e di contenuti ampliati (scrittura, cinema, tv, spettacolo in diretta) imponeva non solo l’aggiornamento del personale esistente, ma un vero e proprio cambiamento (tipo Fiat a Pomigliano….) che naturalmente incontrava  fortissime resistenze da parte degli operatori già presenti (preoccupati semmai più per la dimensione del proprio ufficio che per la biblioteca…).
Si sarebbe creata una commissione per la gestione unitaria degli spazi pubblici non sportivi, sia in applicazione dei programmi  stabiliti “laddove si puote”, sia per il controllo delle spese.
L’idea non era però così’ semplice e banale.
Proprio perché Curno fu tra i primi cinque  comuni dove si introdusse (1967) il “cineforum” (denominazione privata di una associazione ad hoc) poi proseguita (a seguito della chiusura del Cine2000 per la non rispondenza ai requisiti di sicurezza) con le proiezioni estive all’aperto (interrotte da qualche politico per non disturbare gli interessi economici di una sala di Bergamo-Longuelo) l’auditorium – che nasceva con la previsione delle sole proiezioni in digitale-  mirava ad essere un luogo di eccellenza per la conoscenza (biglietto d’ingresso) della filmografia internazionale. Non va dimenticato che almeno l’80% della filmografia internazionale non verrà mai proposta in visione. Oggi é possibile assistere alla proiezione della diretta di centinaia di spettacoli di lirica musica e teatro eseguiti in tutto il mondo e  sempre col solito biglietto d’ingresso.

Perché se  la politica decide che  Curno  sia sempre uno dei tanti dormitori fuori la città e una sorta di grande Caritas clientelare per gli ultimi (chissà poi se siano davvero tutti “ultimi”…. piuttosto che “clientele”….) é evidente che sia la B&A e la vicina palestra cogli spalti sono strutture costose (visto l’utilizzo ridotto e in PURO costo) non hanno senso.
Ma se la politica decide di far giocare al nostro paese un ruolo provinciale  di livello superiore, allora il complesso B&A, palestra cogli spalti, CVI1, Orto Botanico  unitamente ai parcheggi ed al trasporto pubblico, sono fattori su cui mirare per la creazione di lavoro e di ricchezza per chi ci vuol e ci sa fare.

Che non sono quelli che stanno appresso alla politica sperando che coli del grasso “aggratis”.

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