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Pagina 98 - LEOPOLDA, terra degli uomini.

Renzi: la Leopolda vuole cambiare l'Italia stiamo in posti difficili, ci mettiamo la faccia. Occhio neh ?!

Firenze, 11 dicembre 2015 

"La Leopolda non è un'esperienza del passato". Così Renzi inaugurando la kermesse fiorentina. "Senza non sarei premier"

"La generazione Leopolda è in posti difficili, non solo a Roma, e ci mette la faccia". Lo ha detto il premier Matteo Renzi aprendo la kermesse fiorentina. "Senza Leopolda non
sarei a Palazzo Chigi. Ma la Leopolda non è un'esperienza del passato, un ricordino - ha spiegato il premier -. Non siamo una rimpatriata di reduci ma un gruppo di persone che hanno voglia di cambiare l'Italia".
La platea è gremita e variegata: niente
bandiere di partito. Ci sono parlamentari della maggioranza Pd e membri del governo ma nessuno dei volti noti che hanno caratterizzato le edizioni del passato: Per domenica si annuncia pero' la presenza di un'ospite scomoda: Francesca Immacolata
Chaouki, imputata nel processo Vatileaks.

"C'è una generazione che viene dalla Leopolda e che oggi non viene solo da Roma, dalla guida del partito o dal governo, ma anche da territori molto difficili", ha detto Renzi presentando Ciro Bonaiuto, sindaco di Ercolano, in apertura della kermesse della Leopolda. Renzi ha poi chiesto "un applauso a Nardella, che fa il mestiere più bello del mondo", cioè il sindaco di Firenze. "C'è una generazione di persone nuove che ci mettono la faccia e non solo", ha aggiunto.

"No al culto della personalità" - "Siamo tutti emozionati perché la Leopolda è una cosa molto strana e bella. Saranno tre giorni pieni, impegnativi ma molto belli. Stasera ci raccontiamo cosa abbiamo fatto dalla scorsa Leopolda ad oggi: tutto sulle cose fatte bene e quelle fatte così così", ha continuato Renzi. Il premier è stato accolto da un forte applauso ma poi ha scherzato con la platea che esplodeva a ogni sua frase: "No, il culto della personalità no. E' troppo". La voce narrante della Leopolda ha presentato il premier con queste parole, usando la cifra dell'ironia: "Ex giovane fiorentino qui dalla prima Leopolda e non siamo riusciti a liberarcene".

Terrorismo, "combatterlo con la cultura" - "Non vogliamo essere dei numerini ma uomini, non delle bestie che vivacchiano", ha sottolineato Renzi nel suo discorso di apertura della Leopolda, parlando delle misure del governo in tema di cultura in seguito all'emergenza terrorismo. "La scelta che ha fatto il governo - ha aggiunto - è affermare che in Italia quando si diventa grandi si ha diritto di andare al cinema o a teatro o di andare a una mostra. La prima parola che vorrei arrivasse dalla Leopolda è speranza".

"Com'è possibile discutere di cambiamenti senza partire dal dato di fatto che c'è chi vuole distruggere ciò che abbiamo", ha detto Renzi commentando il video dove un gruppo di bambini africani fa finta di giovare una partita di calcio senza un pallone. "Prima di iniziare a parlare dobbiamo memorizzare ciò che sta avvenendo nel mondo dove, una parte è sotto attacco perché esprime un'idea, dei valori".

"Dire che cose vanno bene è rispetto realtà" - "Quello che è fondamentale dire è che raccontare che le cose vanno bene è rispetto della realtà. Poi, riferendosi al "tafazzismo" di quei politici che sono felici quando i dati Istat sono negativi ha aggiunto: "A queste donne e a questi uomini dico: noi non siamo ottimisti, siamo responsabili".

"Per cambiare Paese ci vuole un po' - "Fare le riforme era difficile non ci credeva nessuno: ce l'abbiamo fatta ma per cambiare un paese ci vuole un po', ma soprattutto ci vogliono uomini e donne che ci credono, che ricordano le proprie origini". Così Renzi, pochi minuti prima della mezzanotte, ha chiuso la prima serata della Leopolda numero sei.



Stati generali della minoranza: "E' qui il vero Pd".
Meno male.
Teatro Vittoria di Roma stracolmo. Speranza: "Il Pd è il nostro partito, non esiste nessuna scissione possibile". Bersani e Cuperlo critici sulle banche: "Ma eccessive richieste di dimissione della Boschi".
12 dicembre 2015






ROMA. Non vogliono che si dica che a Roma si riunisce l'anti-Leopolda. Anzi. Quella che si è aperta questa mattina al teatro Vittoria di Roma - in contemporanea con la kermesse renziana - viene considerata, dai suoi organizzatori, l'unica riunione del Pd. Sono gli "stati generali" della minoranza dem con Roberto Speranza, Gianni Cuperlo, Pier Luigi Bersani.

Il concetto lo spiega bene Bersani, in una intervista a
Repubblica: "Noi siamo in questa situazione: l'ex segretario del Pd, io, stasera (ieri sera, ndr) va a cercare tessere. L'attuale segretario del Pd invece fa una iniziativa che con il Pd non c'entra nulla, come dichiara esplicitamente. Accadono cose stravaganti..". E a scaldare gli animi, se ce ne fosse bisogno, arrivano le parole del sindaco di Firenze - Nardella - sulla necessità di puntare a un "partito

della nazione" come prospettiva politica per il Pd. L'assemblea di Roma è di fatto un "no" tangibile a questa prospettiva. Lo stesso Bersani, al nostro giornale, spiega: "Io penso che se la strategia fosse quella di portare il Pd in una generica e confusa posizione centrale o centrista vorrebbe dire non aver capito nulla. Significherebbe non aver capito che un indistinto centro scomparirebbe. Bisogna invece tenere alti, in questo momento, bandiera e valori del centrosinistra".

Lo ribadisce Roberto Speranza aprendo i lavori in una sala gremita: "Sono stanco di misurare ogni pensiero sulla distanza o vicinanza alle parole del premier. Questa non è un'antileopolda come qualcuno l'ha impropriamente definita". E aggiunge: "Fuori dal Pd la fotografia è e resta inquietante: Grillo, Salvini, Berlusconi. La responsabilità è sulle nostre spalle. Diciamo no a chi continuamente ci chiede di scissioni: il Pd è il nostro partito e non esiste nessuna scissione possibile".

Poi anche nel teatro Vittoria non si può eludere il caso Boschi. Ne parla Bersani: "Il ragionamento generale di Roberto Saviano ascolta l'audio su RepubblicaTv) è giusto e condivisibile ma le sue conclusioni sono esagerate". E lo stesso dice Cuperlo: "Saviano pone una questione seria in termini di principio sul conflitto di interessi e la responsabilità di chi esercita funzioni pubbliche nelle istituzioni, ma le conclusioni mi sembrano francamente esagerate".

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