il Senato:
abolitelo e basta!
E’
una opinione personale che ho sempre avuto da quando ho compreso come Camera e
Senato (dimenticando le Regioni…) siano diventati per la maggioranza dei
parlamentari (con la p minuscola) una assicurazione sul reddito da esibire come
servizio ai cittadini.
Qualunquismo?
Sarebbe interessante sapere le motivazioni dei 103 voti che per esempio hanno
affossato la candidatura di Prodi alla presidenza della repubblica.
Qualunquismo?
Adesso poi che hanno (quasi) abolito il mega finanziamento pubblico ai partiti,
la legislatura deve durare almeno cinque anni per pagare le rate del prestito
assunto per fare campagna elettorale. O il mutuo della casa o della macchina.
Pare
che il Paese, senza la balia dei parlamentari, sia una sorta di limbo pronto a
precipitare nell’inferno della dittatura. Pensiamo piuttosto agli anni del
governo B. per verificare come siano stati inutili sia la doppia camera che
tutto l’arzigogolata sovrastruttura secondo la quale lavorano Camera e Senato.
Berlusconi
non è stato mandato a casa dalla Camera o dal Senato o da normali elezioni: il 4 gennaio 2011 lo spread è a 173 punti. A novembre
tocca i 574 punti. Il 12 novembre il cavaliere da le dimissioni, il 16
Monti riceve da Napolitano l’incarico di formare un nuovo governo.
Elezioni? Meglio di no con lo spread prossimo a
600 punti.
Il Parlamento? Bravi e zitti (tranne nei
talkshow..) perché ci sono i debiti da pagare. Quelli dell’Italia? No. quelli
della propria campagna elettorale. Perché l’alto spread colpisce ANCHE i debiti
dei parlamentari mica solo quelli dei cittadini (‘ste rompi…).
Anche tutta la polemica dell’elezione diretta
dei senatori oppure tratti dai consigli
degli enti territoriali ha dietro la sostanza dello stipendio. Se del nuovo senato
ne faranno parte componenti altrove eletti non dovranno essere stipendiati (al
massimo gli concedono il biglietto del treno e un pernottamento nell’ostello
del Papa…). Se invece li eleggono i cittadini diventano automaticamente una casta e quindi è sostanzialmente
una camera “ridotta” rispetto all’attuale.
Non è nemmeno tutta una questione di riduzione
della spesa.
I temi in cui nacque l’attuale forma dello
stato repubblicano –il 1945-1947 erano del tutto differenti da quelli attuali.
Allora mancando comunicazioni e stampa c’era un gravissimo e immanente pericolo
per la giovane democrazia (ed abbiamo visto i vari tentativi di colpo di stato
successivi).
Oggi la situazione è completamente capovolta.
Addirittura la conferenza stato regione potrebbe svolgersi anche senza la riunione
fisica dei soggetti deputati. E non solo quella.
C’è poi l’altro aspetto che riguarda la riforma
elettorale. Grande battaglia sulla lista maggioritaria come espressa adesso
oppure su listini brevi da dove il cittadino sceglie il proprio parlamentare.
Il dibattito per cui sia necessario o meno un
doppio parlamento con quasi mille componenti piuttosto che uno ridotto di qualche
centinaio non meriterebbe spazio.
- avere una sola Camera eletta col
proporzionale puro.
- la Camera sia formata da tanti componenti 1 x
50mila elettori scelti in un collegio nazionale e in base ai votanti effettivi
(ragione per cui se votano 30milioni di elettori ci saranno 600 deputati; se
votano 20milioni ce ne saranno 400)
- siano dichiarati prima le coalizioni e il
programma delle stesse
- ogni voto sia finanziato con 1€ ogni anno o
frazione.
- ogni disegno di legge abbia un solo passaggio
in commissione e poi direttamente in aula.
- il cambio di casacca comporti l’immediata
decadenza del deputato
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